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“CORREZIONE OCULO MOTORIA”

Le disfunzioni cervicali e mandibolari possono presentare un collegamento diretto e quindi l’approccio correttivo deve essere simultaneo. Nelle patologie temporo-mandibolari la vertebra biomeccanicamente più coinvolta è C1.

La condizione patologica di questa vertebra è associata all’atteggiamento di “SCOM” destro o sinistro” del capo e, per riportare tutto questo sistema in asse, si dispone il capo (e quindi C1) nel “controscom” adeguato finché, dopo ripetute contrazioni “in SCOM”, non se ne ripristina la posizione corretta. Successivamente, mantenendo il capo e C1 in correzione, il terapista può indossare il guanto sterile, posizionare il pollice e l’eminenza tenar sull’arcata dentale inferiore interessata e richiedere al paziente l’intenzione di mordere il dito (e rilasciare), con il fine di decoartare l’ATM affetta ed abbassare il tono del massetere in tensione.

Se vi è associata anche una patologia oculomotoria omo- o contro-laterale, il terapista, mantenendo ancora la correzione cervicale ottenuta in precedenza, richiede al paziente di chiudere gli occhi, dispone le proprie dita sui globi oculari e lo sollecita a “guardare” nella direzione che consentirà di guadagnare l’allungamento del muscolo oculomotore retratto.

“IN PIEDI AL CENTRO”

Lo scopo di questa postura è il perfezionamento dell’equilibrio in stazione eretta, della propriocezione reciproca di tutti i distretti corporei (capo, spalle, torace, bacino, ginocchio, caviglia, piede) e della corretta distribuzione del carico su tutto l’arto inferiore.

Risulta pertanto molto adatta per una rieducazione dell’appoggio plantare e/o di un ginocchio in varo/valgo. L’impostazione di questa postura consiste nel predisporre l’apertura delle punte dei piedi a 30°, nella derotazione e flessione delle ginocchia ad una posizione neutra ed il bacino in correzione, avendo cura di allineare capo, dorso e sacro. La prima fase del trattamento consiste nell’educare il paziente a raggiungere una simmetrica distribuzione del proprio peso lungo gli arti inferiori, soprattutto a livello plantare.

Successivamente il terapista colloca la mano caudale sul sacro, quella craniale alla base dell’occipite e richiede al paziente di “crescere verso l’alto” rispettando i tempi respiratori 1 e 2. La progressione della postura consiste nell’estensione delle ginocchia mantenendo le correzioni introdotte a livello plantare, del ginocchio stesso, del bacino e del dorso.

“POSTURA SEDUTA”

La “postura seduta” trova largo impiego in tutte le correzioni “macro” del dorso e spesso è adatta come “postura d’integrazione statica” sia per i soggetti di tipo anteriore che posteriore.

L’impostazione prevede innanzitutto che il terapista posizioni correttamente il bacino sul piano del lettino mediante una peculiare presa “a trazione” degli ischi. Nello step successivo una mano del terapista si dispone sul sacro, l’altra alla base dell’occipite e mentre esse esercitano una trazione in direzioni opposte si ottiene una’ampia messa in tensione di tutta la colonna vertebrale.

La partecipazione attiva del paziente consiste nel “crescere verso l’alto” in modo dolce e graduale. La progressione sarà la completa estensione delle ginocchia e la chiusura dell’angolo coxo-femorale in un gradazione adeguata alle possibilità paziente.
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